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al testo di Emanuela Lazzaro
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Mentre s'adombrano le nuvole d’indaco ed in me si tacita il sonno, la mano rea giace sola in attesa.
S’è chiusa un’inaridita notte, restando a cercare con la mente prona l’incanto d’una puerile parola, per seminare tra i rumori un po’ di luce.
La quiete desta un desiò cieco ma l’uomo ha idee che cadono a pioggia, come danze di foglie tremule, si spandono sotto una volta silente.
Eppure come tanti pezzi di un mosaico, i ricordi miei tutti si legano, quando pare ammantarsi di chiaro il giorno.
Coi lamenti di civetta giocando, screziata di sole e d’ombre ecco m’appare: alle amiche della luna Lei sorride e con le sue dita si tende come una tessitrice, prima di levarsi da terra, l'Aurora. E così viene già un respiro gentile dall'Anima. |
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